Moncalieri e le forze armate: una lunga storia di vita condivisa

Cenni storici

Moncalieri vanta un legame profondo con le forze armate sin dai tempi della presenza in città della corte sabauda. Il Castello, tra le residenze fuori Torino predilette di Casa Savoia, è stato teatro di eventi cruciali per la storia d’Italia. Sin dalla sua costruzione, la fortificazione non ha rappresentato solo un simbolo di potere ma anche un punto di riferimento strategico per la sicurezza e la difesa del territorio. Da sempre luogo di coesistenza tra civili e militari, Moncalieri ha visto il passaggio di reggimenti, battaglioni e personalità di spicco delle forze armate.

Il Castello reale: centro di attività militare e politica

Costruito nel XII secolo dai Savoia, il Castello di Moncalieri nasce come fortezza difensiva in virtù della sua posizione strategica a sud di Torino. Nel corso dei secoli viene progressivamente trasformato in una residenza per la famiglia reale, acquisendo un ruolo centrale nella vita di corte. Il castello è stato la sede di numerosi eventi storici di rilievo, tra tutti la morte di Vittorio Amedeo II nel 1732, e la promulgazione del Proclama di Moncalieri da parte di Vittorio Emanuele II nel 1849.

Le origini del rapporto tra Moncalieri e i carabinieri risalgono al 1814, anno della fondazione dell’Arma. Già all’epoca, infatti, i Reali Carabinieri erano presenti al Castello in qualità di servizio di scorta di Casa Savoia.

Nel corso del Novecento, il palazzo divenne sede di diverse istituzioni militari. Dal 1928 al 1943, fu utilizzato dal Regio Esercito per ospitare la Scuola di Reclutamento degli Ufficiali di Complemento del Corpo d’Armata di Torino. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la struttura venne impiegata come campo profughi numero 21, accogliendo rifugiati e prigionieri di guerra di ritorno in patria. Successivamente, nel 1945, la Cavallerizza del Castello fu assegnata a un battaglione di allievi carabinieri.

Il Castello Reale è stato anche un importante centro di formazione militare. A partire dal 1948 al 1969 ha ospitato il 1º Battaglione Allievi Sottufficiali dei Carabinieri, alle dipendenze della della Scuola Allievi Sottufficiali di Firenze, formando centinaia di giovani militari ogni anno. La scuola offriva un’istruzione rigorosa, preparando gli allievi a diventare sottufficiali della Benemerita altamente qualificati.

Il 1° Reggimento Carabinieri “Piemonte”

Uno degli elementi più significativi della simbiosi tra Moncalieri e l’esercito è rappresentato dalla presenza del 1º Reggimento Carabinieri “Piemonte”, che ha trasferito la propria sede da Torino al Castello Reale nel 1970. Il reggimento è parte integrante della 1ª Brigata Mobile dell’Arma e si occupa di compiti strategici di sicurezza e ordine pubblico, mantenendo alta la tradizione militare della città.

La caserma è intitolata al Maggiore Alfredo Serranti, eroe della battaglia di Culqualber in Abissinia nel 1941, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare. Gli ambienti della residenza conservano ancora oggi tracce del loro passato regale: la stanza che ospita l’ufficio del comandante del reggimento, per esempio, era la camera da letto della Regina Maria Teresa, moglie di Vittorio Emanuele I.

Nello stemma araldico del reggimento troviamo l’unione tra i simboli della tradizione sabauda e della città. L’emblema, diviso in quattro sezioni, presenta l’aquila su sfondo blu “Principe di Savoia”, la granata argentata a 13 punte tipica della Benemerita sui classici colori blu e rosso, un leone nero nascente, simbolo di forza e coraggio, su una croce bianca a sfondo rosso, parte della tradizione di Moncalieri, e in ultimo il grifone che rimanda alla città di Genova.

I bersaglieri e l’episodio del 1836

Esiste un episodio sospeso tra verità e leggenda che risulta particolarmente significativo per raccontare il legame tra Moncalieri e le forze armate. Risale al 1836, anno di nascita del corpo dei Bersaglieri. Secondo la tradizione, il 18 giugno di quell’anno, Re Carlo Alberto si trovava nel Castello in procinto di ripartire per Torino. Nel cortile delle carrozze, il monarca si trova davanti la prima compagnia di bersaglieri istituita dal capitano Alessandro La Marmora poche settimane prima su autorizzazione regia. Dopo aver reso omaggio al sovrano, i bersaglieri percorsero di corsa un tragitto alternativo per raggiungere Torino prima del corteo reale, sorprendendo il re con la loro velocità, al punto che Carlo Alberto era convinto che La Marmora avesse istituito due compagnie anziché una sola. Il passo di corsa è una delle caratteristiche principali del corpo dei bersaglieri, protagonisti di numerosi episodi risorgimentali grazie proprio alla loro rapidità.

Il legame moderno con le forze armate

Oggi, Moncalieri continua a rappresentare un punto di riferimento per le forze armate italiane. Il 1º Reggimento Carabinieri “Piemonte” conserva ancora la sua sede nel Castello Reale e svolge un ruolo cruciale nelle operazioni di sicurezza e ordine pubblico. La città ospita inoltre eventi e commemorazioni che celebrano la sua eredità militare, mantenendo vivo il ricordo delle sue tradizioni storiche. Ne è un esempio la mostra dedicata ai cimeli sabaudi e dell’Arma esposta proprio nelle sale del Castello nel 2024.

Il Castello Reale, dichiarato patrimonio UNESCO, si apre al pubblico nel fine settimana per delle speciali visite guidate. Nel primo e nel quarto week-end di ogni mese, l’iniziativa Castello segreto accompagna le persone in visita in un viaggio indietro nel tempo tra rievocazioni in abiti d’epoca, degustazioni e approfondimenti nelle sale solitamente chiuse al pubblico.

Il rapporto tra Moncalieri e le forze armate è una parte integrante dell’identità del borgo. Dalla presenza strategica della residenza sabauda alla formazione di militari d’élite, Moncalieri ha svolto un ruolo centrale nella storia militare dell’Italia risorgimentale e repubblicana. Questo rapporto, che si mantiene forte e solido attraverso i secoli, continua a vivere oggi per rendere la città un simbolo di tradizione, servizio e memoria. Con la sua eredità unica, Moncalieri è un esempio di come una comunità possa preservare il proprio passato militare e integrarlo in un contesto moderno e dinamico.

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