Fra Fiusch: la storia del “frate fosco” di Moncalieri
Curiosità su Moncalieri
Fra Fiusch, al secolo Filippo Parpaglia dei conti di Revigliasco, è una delle figure più affascinanti e misteriose della storia di Moncalieri e di Revigliasco. Nella sua vita si è distinto come guerriero di valore e talento, meriti che gli sono valsi il titolo di Cavaliere dell’Ordine di Malta. Sono altri, però, i motivi per cui è entrato nella leggenda, soprattutto per i suoi interessi che poco avevano a che fare con l’arte della guerra. Il conte Parpaglia si appassionò infatti all’alchimia e, in particolare, alla ricerca della pietra filosofale, il leggendario artefatto capace di curare le malattie, di trasformare qualsiasi metallo in oro e di numerosi altri prodigi.
Vita, opere e leggende di Filippo Parpaglia
Nato nel 1584, da una famiglia nobile di Revigliasco, Parpaglia fu un cavaliere valente che si distinse per coraggio sui campi di battaglia fino a entrare nel prestigioso Ordine di Malta. Le sue capacità militari sono però solo uno dei motivi marginali che lo hanno reso parte delle leggende e del folklore locale.
Si tramanda, infatti, che il conte, dopo aver sviluppato un acceso interesse per l’alchimia, si aggirasse di notte per i boschi e le colline di Moncalieri a caccia di fiori, erbe rare e altri ingredienti per i suoi studi ed esperimenti per ottenere la pietra filosofale. I pochi viandanti che lo incontravano, avvolto in un grande mantello scuro, iniziarono a chiamarlo “Fra Fiusch”, un soprannome che in dialetto piemontese equivale a “frate fosco”, o “torbido”.
La sua passione per l’occulto contribuì in fretta ad amplificare la sua reputazione. L’alchimia, che Fra Fiusch abbracciò con dedizione, rappresentava la perfetta fusione tra filosofia, scienza e magia. I suoi studi lo portarono anche a comporre diverse opere, tra cui il trattato Pratica della grande opera, consultabile in biblioteche universitarie sparse per il mondo.
La sua ossessione per l’alchimia gli causò numerosi problemi con le istituzioni religiose. Venne infatti colpito da scomunica, decisione che lo turbò profondamente. Pentitosi dei suoi errori, secondo alcune testimonianze concluse i suoi giorni in tarda età in ritiro in un eremo, dedicandosi a esercizi spirituali e pratiche di penitenza.
Il legame con Moncalieri e Revigliasco
L’immagine del conte è rimasta ben presente nell’immaginario collettivo di Moncalieri e Revigliasco. Un ritratto di Filippo Parpaglia è conservato ancora oggi nella chiesa di Revigliasco, ma è il suo alter ego, con il suo alone di esoterico mistero, ad attirare la curiosità e l’interesse del pubblico.
Fra Fiusch è divenuto una delle maschere tipiche e più celebri del Carnevale Revigliaschese, avvolto nel suo caratteristico mantello scuro e con a fianco la Contessina Violetta, che secondo le ricostruzioni avrebbe avuto un legame affettivo con il “frate fosco”.
Oggi, il mago di origine nobiliare continua a vivere nelle feste e nelle tradizioni popolari, e non solo. Un noto ristorante di Revigliasco, segnalato sulla Guida Michelin, ha scelto di chiamarsi proprio come il frate fosco. Parliamo della Taverna di Fra’ Fiusch, un luogo perfetto per assaporare la cucina piemontese in chiave moderna nell’incantevole contesto del borgo. Lo chef Ugo Fontanone riesce a coniugare le ricette classiche con intuizioni contemporanee. È proprio lui che ogni autunno, nel corso di Gusto Festival, prepara la cena del Gran Fritto Misto alla Piemontese, una specialità unica nel suo genere che unisce carne, frutta, amaretti, verdura e altri ingredienti, tutti panati e fritti singolarmente.
L’alchimista di Revigliasco, avvolto nel suo mantello mentre prova a creare la pietra filosofale, è una delle tante leggende che alimenta il mito di Torino e del suo territorio come grande centro esoterico, come le storie dei fantasmi che infestano Moncalieri e i suoi castelli. Una terra di magia e di misteri tutta da scoprire.
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